Quando l’intestino non funziona regolarmente i probiotici possono essere dei validi alleati per ripristinare il suo equilibrio. Ma cosa sono i probiotici e a cosa servono? In sintesi, si tratta di microrganismi composti da batteri fisiologici o lieviti di origine naturale che transitano attraverso l’apparato digerente per approdare nell’intestino crasso. È qui che svolgono prevalentemente un ruolo terapeutico, antinfiammatorio e di contrasto agli agenti patogeni, molto importante per il riassetto e il corretto funzionamento del microbiota intestinale.
Probiotici: conosciamoli meglio
I probiotici sono sostanze organiche presenti in alcuni cibi assunti quotidianamente con l’alimentazione o reperibili sotto forma di integratori da banco.
Si dividono nelle seguenti tre macro-categorie, a seconda della tipologia dei ceppi batterici di cui sono composti:
- Lactobacilli
- Eubacteria
- Bifidobacteria
In particolare, le famiglie di lattobacilli e bifidobatteri sono formate da microrganismi vivi ad azione riequilibrante per la flora intestinale facilmente alterabile per effetto di fattori esterni o endogeni come lo stress, diete squilibrate, coliti, infezioni virali o altre patologie. Le tre principali classificazioni principali dei probiotici si suddividono, a loro volta, in altre sotto-famiglie che differiscono per quantità e tipologia dei batteri che li compongono.
Oltre che in forma batterica si segnalano fra i probiotici anche alcuni lieviti fra cui il Saccharomyces Boulardii, un ceppo tropicale definito “lo spazzino dell’intestino” che si è rivelato particolarmente utile nel trattamento della dissenteria.
A cosa servono i probiotici
Dal greco pro-bios, letteralmente “per la vita”, i probiotici sono preziosi per la salute e il benessere dell’organismo perché non si limitano a una sola funzione, ma svolgono contemporaneamente più azioni. In particolare, proteggono la mucosa intestinale dall’attacco di batteri patogeni, ottimizzano la funzionalità del colon, riducono il pH fecale e producono vitamine energizzanti per una migliore qualità della vita a tutte le età.
Attenzione, però, a non confondere i probiotici con altri microrganismi presenti nei cibi, non sono infatti da considerarsi tali gli alimenti privi di tre caratteristiche basilari: salubrità, resistenza al pH gastrico e compatibilità con l’apparato intestinale.
L’origine dei probiotici: pillole di storia
I primi riferimenti storici ai probiotici risalgono all’inizio del secolo scorso quando il biologo russo premio Nobel Elie Metchnikoff individuò per la prima volta nel consumo di latte fermentato uno degli elementi alla base della longevità dei contadini bulgari. Dopo quella prima intuizione bisognerà attendere fino al 1965 per trovare il termine probiotico, neologismo coniato dalla coppia di ricercatori Lilly e Stillwell per nominare le sostanze organiche capaci di stimolare la crescita di altri microrganismi benefici per il corpo e la mente.
Nel tempo la definizione di probiotico si è progressivamente estesa, fino ad assumere l’odierna accezione di microrganismi utili per mantenere in salute l’intestino contribuendo all’equilibrio della popolazione batterica e respingendo l’assalto dei batteri patogeni.
Inoltre i probiotici sono produttori di vitamine e acidi grassi che fungono da nutrimento per l’intestino, la cui azione incide positivamente anche sul sistema immunitario.
Probiotici e prebiotici: ci sono differenze?
A dispetto dell’assonanza lessicale, probiotici e prebiotici non sono la stessa cosa. Mentre i primi sono microorganismi vivi di origine batterica o lieviti che “colonizzano” l’intestino garantendo la salute del suo microbiota, i prebiotici sono delle fibre vegetali solubili e non digeribili presenti negli alimenti, principalmente legumi, cereali e ortaggi fra cui aglio, cipolla, carciofi, cicoria e asparagi. Il loro compito è favorire la proliferazione dei batteri “buoni” nella microflora intestinale e nel colon, apportando benefici anche estetici nella cura di pelle e capelli.
Quali sono i cibi ricchi di probiotici
I probiotici sono presenti in misura prevalente nei cibi fermentati, come i cetriolini e i crauti, e negli yogurt, ma non tutti. Gli yogurt che non devono mancare in una dieta probiotica sono soprattutto di tre tipi: intero, kefir e greco. Sono inoltre reperibili in natura anche in altri alimenti, come il tofu, il miso, l’aceto di sidro di mele, la ricotta fermentata e altri latticini.
Dove trovare gli integratori probiotici
Oltre che in natura come componenti di yogurt, frutta, verdura, latticini e cibi fermentati, i probiotici sono disponibili anche in commercio sotto forma di integratori a concentrazione batterica variabile. Possono essere acquistati al banco farmacia, ma sempre su consulto medico o del farmacista.
La loro assunzione va integrata con una dieta alimentare sana a base di frutta, verdura, fibre e cibi integrali. Le varianti più diffuse contengono un concentrato di 50 miliardi di UCF (Unità Formanti Colonie) a capsula.
Che differenza c’è tra fermenti lattici e probiotici
Altro dilemma concernente i probiotici è se sono sinonimi dei fermenti lattici. Sì e no o, meglio, non sempre. Per fermenti lattici s’intendono organismi in grado di fermentare il latte. Fra questi troviamo anche i bifidobatteri e i lattobacilli che costituiscono i probiotici, ma non tutti i fermenti lattici hanno essenza probiotica. Pertanto, considerato che non sempre fermenti lattici e probiotici coincidono, occorre fare un “distinguo” a seconda dei casi.
Quando è consigliato assumere probiotici
A volte possono manifestarsi dolori come mal di pancia o coliche addominali. Che fare per stare meglio e liberarsi da questi fastidiosi disturbi? I probiotici possono aiutare a riportare in salute il microbiota dell’intestino, agendo direttamente sul trofismo della flora intestinale.
L’assunzione di probiotici è utile anche per contrastare stipsi e diarrea o per prevenire la cistite, direttamente collegata alla parte inferiore dell’intestino per il condotto uretrale che fa da tramite fra il colon e la vulva. I probiotici sono efficaci anche per sgonfiare la pancia e curare il colon irritato, inoltre vengono utilizzati anche nel trattamento delle coliche infantili e delle patologie parodontali.
In media, i probiotici intervengono nella colonizzazione dell’intestino con un apporto minimo di 1 miliardo di microrganismi cellulari vivi al giorno in soggetti adulti; sono particolarmente indicati per gli sportivi che si sottopongono a cicli di allenamento intensivo e consigliati nel trattamento della disbiosi consistente nell’alterazione della flora batterica e dei disturbi gastrointestinali in genere.
Come scegliere il probiotico giusto
Non è semplice orientarsi nella scelta dei probiotici migliori che, come abbiamo visto, differiscono per funzionalità e concentrazione di componenti batteriologiche. Il suggerimento è rivolgersi al proprio medico o al farmacista di fiducia, che saprà individuare il probiotico giusto; la scelta del prodotto da sola non basta, bisogna anche saperlo assumere in modo corretto.
Per funzionare al meglio i probiotici devono arrivare integri nell’intestino e per agevolarne il transito si consiglia di prenderli a stomaco vuoto. In presenza di alimenti ingeriti da poco, infatti, l’efficacia dei probiotici si riduce a causa dell’interazione con i succhi gastrici e per un fisiologico depauperamento dei loro principi attivi.
Per quanto tempo si possono assumere i probiotici
Per ottenere risultati significativi dal ricorso ai probiotici è necessario rispettare delle precise tempistiche. Se si assumono per un periodo troppo breve c’è il rischio di non ottenere i benefici sperati. In genere, i probiotici vanno assunti per almeno 3, 4 settimane, salvo diverse indicazioni mediche per pazienti che necessitano di tempi più o meno lunghi rispetto alla media. Ma anche in questo caso è sempre meglio chiedere consiglio al medico o al farmacista.
I probiotici possono avere effetti indesiderati?
Ad oggi non risultano evidenze scientifiche di controindicazioni in soggetti sani assuntori di probiotici. Di conseguenza, non si riscontrano effetti indesiderati se non in pazienti affetti da disfunzioni del sistema immunitario o da patologie correlate alla permeabilità delle mucose intestinali. In tal caso, i probiotici possono provocare gonfiore, diarrea e infezioni intestinali.