I gastroprotettori sono farmaci utilizzati per proteggere la mucosa dello stomaco e del tratto intestinale superiore dai danni causati dai succhi gastrici. Sono particolarmente indicati per il trattamento e la prevenzione di gastriti, ulcere gastriche e duodenali o per chi assume farmaci gastrolesivi come gli antinfiammatori non steroidei (FANS).
L’uso dei gastroprotettori aiuta a ridurre la produzione di acido gastrico, migliorando la digestione e prevenendo sintomi come bruciore di stomaco, reflusso gastroesofageo e dolore epigastrico.
Quando vanno usati i gastroprotettori
I gastroprotettori vengono prescritti quando è necessario proteggere la mucosa gastrica da danni causati dall’eccessiva produzione di acido o dall’uso di farmaci che possono irritare lo stomaco. Sono particolarmente indicati per i pazienti che assumono a lungo termine farmaci gastrolesivi, come antinfiammatori non steroidei (FANS) o cortisonici, per prevenire lo sviluppo di gastriti o ulcere.
Chi soffre di reflusso gastroesofageo o della malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) può doverli assumere per ridurre il bruciore di stomaco e prevenire danni all’esofago causati dall’acidità. Anche in presenza di ulcere gastriche o duodenali, i gastroprotettori vengono utilizzati per favorire la cicatrizzazione delle lesioni e ridurre i sintomi dolorosi associati.
In alcuni casi, vengono prescritti per trattare condizioni di iperacidità cronica, come la sindrome di Zollinger-Ellison, in cui lo stomaco produce acido in quantità eccessive. Inoltre, possono essere consigliati a pazienti che hanno già avuto episodi di sanguinamento gastrico o che sono a rischio di sviluppare complicanze gastrointestinali.
Il dosaggio e la durata del trattamento variano in base alla patologia e alla risposta del paziente alla terapia.
Tipologie di gastroprotettori: caratteristiche, differenze, pro e contro
Esistono diverse categorie di gastroprotettori, ognuna con un meccanismo d’azione specifico e indicazioni terapeutiche precise.
1. Inibitori di pompa protonica (IPP)
Gli inibitori di pompa protonica (IPP) rappresentano la classe di farmaci più efficace nella riduzione della produzione di acido gastrico. Agiscono bloccando in modo selettivo l’enzima H⁺/K⁺-ATPasi, responsabile della secrezione di acido cloridrico nello stomaco.
Esempi di IPP: Omeprazolo, Pantoprazolo, Lansoprazolo, Esomeprazolo, Rabeprazolo.
Sono utilizzati per il trattamento del reflusso gastroesofageo (MRGE), ulcere gastriche e duodenali, esofagite erosiva e per la prevenzione delle lesioni gastriche da FANS. Sono anche impiegati nella terapia per l’infezione da Helicobacter pylori, in combinazione con antibiotici.
Vantaggi:
- Efficaci nel controllo prolungato dell’acidità gastrica.
- Promuovono la cicatrizzazione delle ulcere.
- Possono essere assunti una sola volta al giorno per un effetto duraturo.
Svantaggi:
- Possono ridurre l’assorbimento di vitamina B12, calcio e magnesio, aumentando il rischio di osteoporosi e fratture nel lungo periodo.
- Un uso prolungato può alterare la flora intestinale e aumentare il rischio di infezioni gastrointestinali (Clostridium difficile).
- Devono essere assunti a digiuno, almeno 30 minuti prima dei pasti, per massimizzarne l’efficacia.
2. Antagonisti dei recettori H2
Gli antagonisti dei recettori H2 riducono la secrezione acida gastrica bloccando i recettori dell’istamina di tipo 2 presenti nelle cellule parietali dello stomaco. Sono meno potenti rispetto agli IPP, ma agiscono più rapidamente.
Esempi di antagonisti H2: Famotidina, Cimetidina, Nizatidina (Ranitidina non è più in commercio).
Utilizzati nel trattamento a breve termine del reflusso gastroesofageo, delle ulcere gastriche e duodenali e nella prevenzione della recidiva ulcerosa. Sono spesso consigliati per chi ha bisogno di un sollievo rapido dai sintomi, senza la necessità di una soppressione prolungata della produzione di acido.
Vantaggi:
- Azione rapida, con effetti visibili in poche ore.
- Possono essere assunti anche prima di dormire, utili per chi soffre di acidità notturna.
- Minori effetti collaterali rispetto agli IPP nel breve termine.
Svantaggi:
- Meno efficaci degli IPP nel controllo a lungo termine dell’acidità.
- L’effetto può diminuire con l’uso prolungato a causa dello sviluppo di tolleranza.
- Possono interferire con il metabolismo di alcuni farmaci, richiedendo cautela in pazienti che assumono più trattamenti contemporaneamente.
3. Protettori della mucosa
I protettori della mucosa agiscono in modo diverso dagli IPP e dagli antagonisti H2, poiché non influenzano direttamente la produzione di acido gastrico, ma proteggono la mucosa dello stomaco dagli effetti dannosi dei succhi gastrici.
Esempi di protettori della mucosa: Sucralfato, Misoprostolo, Bismuto.
Sono utilizzati per il trattamento e la prevenzione delle ulcere gastriche e duodenali e come protezione della mucosa nei pazienti che assumono FANS a lungo termine. Il sucralfato è particolarmente indicato per ulcere attive, mentre il misoprostolo è usato per prevenire le ulcere nei pazienti ad alto rischio.
Vantaggi:
- Creano una barriera protettiva che favorisce la guarigione delle ulcere.
- Non interferiscono con la produzione di acido, quindi possono essere associati ad altri trattamenti antiacidi.
- Il bismuto ha anche un’azione antibatterica contro Helicobacter pylori.
Svantaggi:
- Il sucralfato richiede più somministrazioni giornaliere, poiché il suo effetto è temporaneo.
- Il misoprostolo può causare diarrea e crampi addominali e non deve essere assunto in gravidanza per il rischio di contrazioni uterine.
- Alcuni protettori della mucosa possono alterare l’assorbimento di altri farmaci, quindi devono essere assunti con attenzione.
La scelta del gastroprotettore più adatto dipende dal tipo di disturbo gastrico e dalla durata del trattamento. Gli inibitori di pompa protonica sono i più efficaci per le terapie a lungo termine, ma richiedono attenzione per i potenziali effetti collaterali. Gli antagonisti dei recettori H2 offrono un sollievo più rapido, ma con un’efficacia inferiore nel lungo periodo. I protettori della mucosa sono utili in specifici casi di ulcere o prevenzione da FANS, ma necessitano di somministrazioni più frequenti.
Per un utilizzo sicuro ed efficace, è sempre consigliato consultare un medico prima di assumere qualsiasi tipo di gastroprotettore.
Differenza tra gastroprotettori e antiacidi
I gastroprotettori e gli antiacidi vengono spesso confusi perché entrambi sono utilizzati per contrastare i disturbi legati all’acidità gastrica. Hanno però meccanismi d’azione differenti e sono indicati per situazioni diverse.
Gli antiacidi: sollievo immediato ma temporaneo
Gli antiacidi sono farmaci che agiscono neutralizzando direttamente l’acido già presente nello stomaco. Questa azione offre un sollievo rapido dai sintomi di bruciore di stomaco, acidità gastrica e reflusso gastroesofageo.
Esempi di antiacidi: bicarbonato di sodio, idrossido di magnesio, idrossido di alluminio, carbonato di calcio.
Questi farmaci sono particolarmente utili per chi soffre di acidità occasionale o per alleviare temporaneamente i sintomi dopo un pasto abbondante o particolarmente irritante. Il loro effetto è di breve durata, poiché non agiscono sulla produzione di acido gastrico, ma solo sulla sua neutralizzazione.
I gastroprotettori: protezione a lungo termine
I gastroprotettori, invece, non neutralizzano l’acido presente nello stomaco, ma ne inibiscono la produzione o proteggono la mucosa gastrica dai danni causati dall’acidità.
Le principali classi di gastroprotettori sono:
- Gli inibitori di pompa protonica (IPP), come omeprazolo e pantoprazolo, che riducono drasticamente la produzione di acido gastrico.
- Gli antagonisti dei recettori H2, come la famotidina, che bloccano la stimolazione della produzione di acido.
- I protettori della mucosa, come il sucralfato, che creano una barriera protettiva sulla parete dello stomaco.
I gastroprotettori sono indicati per trattamenti più strutturati, come nel caso di ulcere gastriche, reflusso gastroesofageo persistente, terapie prolungate con farmaci gastrolesivi (ad esempio, i FANS) o per contrastare condizioni croniche di iperacidità gastrica.
Effetti collaterali dei gastroprotettori
L’uso prolungato dei gastroprotettori può portare ad alcuni effetti indesiderati, principalmente a causa della riduzione della produzione di acido gastrico, che svolge un ruolo fondamentale nella digestione e nella protezione dell’apparato gastrointestinale.
I principali effetti collaterali includono problemi digestivi come nausea, diarrea o stitichezza, dovuti all’alterazione del normale equilibrio del tratto gastrointestinale. La diminuzione dell’acidità gastrica compromette l’assorbimento di alcuni nutrienti essenziali, in particolare vitamina B12, calcio e magnesio, aumentando il rischio di osteoporosi e fragilità ossea.
La riduzione dell’acidità crea anche un ambiente favorevole alla proliferazione di batteri nocivi, aumentando il rischio di infezioni intestinali, come quelle da Clostridium difficile. Gli inibitori di pompa protonica (IPP), se assunti per lunghi periodi, possono contribuire alla diminuzione dell’assorbimento del calcio, portando a un aumento della possibilità di fratture ossee.
Alcuni studi suggeriscono che un utilizzo prolungato e non controllato degli IPP possa essere associato a un maggiore rischio di insufficienza renale cronica, probabilmente a causa di un’infiammazione progressiva dei reni correlata all’alterazione del metabolismo del magnesio e all’accumulo di tossine non adeguatamente neutralizzate.
Per questo motivo, è fondamentale assumere i gastroprotettori solo quando necessario e sotto supervisione medica, evitando un uso eccessivo o ingiustificato.
Chi non deve assumere i gastroprotettori
L’uso di gastroprotettori deve essere evitato o valutato con attenzione in alcune categorie di pazienti.
Le persone con insufficienza renale o epatica devono prestare particolare attenzione, poiché alcuni gastroprotettori possono influenzare la funzionalità di questi organi e aggravare eventuali condizioni preesistenti.
Le donne in gravidanza o in allattamento devono assumerli solo su consiglio medico, per evitare possibili effetti sul feto o sul neonato.
I pazienti con carenza di vitamina B12 devono monitorare attentamente i livelli di questa vitamina, poiché gli IPP possono ridurne l’assorbimento, aumentando il rischio di anemia e disturbi neurologici.
Le persone con osteoporosi o a rischio di fratture devono essere consapevoli del fatto che alcuni gastroprotettori, specialmente gli IPP, possono interferire con l’assorbimento del calcio, aumentando il rischio di fragilità ossea.
Quando assumere il gastroprotettore per un’efficacia ottimale
Il momento della giornata in cui assumere il gastroprotettore varia in base al tipo di farmaco.
Gli inibitori di pompa protonica, come omeprazolo o pantoprazolo, devono essere assunti al mattino a digiuno, almeno trenta minuti prima della colazione, per massimizzare l’effetto, poiché agiscono inibendo le pompe protoniche dello stomaco, che sono più attive al risveglio.
Gli antagonisti dei recettori H2, come la famotidina, possono essere assunti la sera prima di dormire, per contrastare la produzione notturna di acido. I protettori della mucosa, come il sucralfato, vanno generalmente presi prima dei pasti, per formare una barriera protettiva sulla mucosa gastrica prima che venga a contatto con gli acidi dello stomaco.