La secchezza vaginale nelle donne è una condizione piuttosto comune che si manifesta con particolare incidenza in alcune fasi della vita, come la menopausa. Scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta, quali sono le cause e i sintomi, come effettuare la diagnosi e quali sono i rimedi.

Cosa si intende per secchezza vaginale

La secchezza vaginale è una situazione che solitamente riguarda una donna su tre. Può essere particolarmente fastidiosa e portare a delle problematiche di non poco conto. Non deve essere sottovalutata anche perché può rappresentare anche un freno inibitore all’attività sessuale. Può manifestarsi come un semplice fastidio oppure diventare sintomo di una patologia ben più grave e complessa da affrontare.

Si parla di secchezza vaginale quando in questa parte del corpo femminile c’è un basso grado di idratazione per cui il rapporto sessuale risulta meno piacevole e, inoltre, ci sono una serie di altri sintomi da affrontare.

La sua incidenza aumenta soprattutto in alcune fasi della vita di una donna con particolare riferimento alla menopausa e al climaterio, ossia i mesi che precedono e seguono la menopausa stessa.

Quali sono le cause della secchezza vaginale

La secchezza vaginale, e tutti i sintomi ad essa collegati, sono causati da un problema che riguarda gli estrogeni. Questi sono ormoni femminili molto importanti che hanno un ruolo fondamentale sia per la fertilità della donna, sia per la buona salute della vagina.

Gli estrogeni hanno la funzione di mantenere il pH a dei valori intorno al 4.5, per cui acidi ma in maniera non eccessiva. Mantenere questo livello di pH significa godere delle migliori condizioni possibili per l’organo riproduttivo femminile, stimolare le secrezioni cervicali e mantenere la necessaria elasticità dei tessuti.

Quando il livello degli estrogeni si abbassa – e questo avviene tipicamente durante la menopausa e anche negli anni che precedono questa fase di vita – ci sono delle conseguenze sul livello di pH e sulle secrezioni.

Da sottolineare che ci sono anche altre cause che possono comportare questa condizione, come il fumo, oppure anche un intervento chirurgico per l’asportazione delle ovaie. Tra le altre cause conosciute figurano gli effetti collaterali delle classiche terapie antitumorali e l’utilizzo di alcuni farmaci che, per l’appunto, combattono il livello di estrogeni per avere dei riscontri positivi durante una terapia.

Possono comportare la secchezza anche farmaci utilizzati per le allergie, i malanni di stagione con particolare riferimento al raffreddore. Infine l’abbassamento di livello degli estrogeni si palesa durante il periodo di allattamento al seno del bambino.

Quali sono i sintomi della secchezza vaginale

Ci sono dei sintomi tipici che dovrebbero far scattare un campanello d’allarme e far pensare immediatamente alla secchezza vaginale. Occorre fare immediatamente il collegamento tra prurito e secchezza vaginale. Insieme al prurito può esserci una condizione di bruciore anche durante la semplice apertura della vagina.

Non è raro imbattersi in una situazione per cui la secchezza vaginale possa comportare anche dolori e piccoli sanguinamenti, principalmente durante i rapporti sessuali con il proprio partner.

Quando almeno uno di questi sintomi, oppure più sintomi contemporaneamente, si dovessero manifestare in maniera ripetuta è certamente consigliabile rivolgersi al proprio ginecologo per valutare la situazione e accedere ad una diagnosi.

Secchezza vaginale prima e dopo il ciclo

Può capitare che prima e dopo il ciclo mestruale possa manifestarsi la secchezza vaginale. È una situazione che spesso e volentieri non permette di valutare attentamente quello che sta accadendo nel proprio corpo. Si tende ad associare questa condizione ad una conseguenza del ciclo, ma occorre riflettere e ricordare se tutti i sintomi si siano manifestati anche in altre fasi.

Infatti è normale che prima del ciclo mestruale ci sia una secchezza della vagina. Il motivo è fisiologico, in quanto la funzione stessa del ciclo mestruale è quella di preparare la donna ad avere delle condizioni ideali affinché possa avvenire la fecondazione e arrivare alla gravidanza.

Da ricordare che c’è una prima fase del ciclo, che solitamente dura 5/10 giorni e che viene rappresentata da quel periodo in cui c’è una fuoriuscita del sangue. Durante questo periodo c’è un aumento importante di estrogeni e di progesterone e questa è la condizione migliore per arrivare alla fecondazione; se ciò non avviene, immediatamente c’è un drastico calo del livello di ormoni e in particolar modo di estrogeni. Tutto questo comporta una condizione molto simile alla secchezza vaginale per cui c’è prurito e un certo fastidio.

È peraltro una fase in cui c’è un maggiore rischio di infiammazioni e di cistiti. Questo è legato anche, e soprattutto, alla secchezza vaginale, perché durante il rapporto sessuale vengono causati dei microtraumi alle pareti interne della vagina, proprio per la mancanza di idratazione, e questo favorisce la creazione di luoghi ideali per la proliferazione di germi e batteri, a loro volta a causa dell’infiammazione.

Secchezza vaginale in pre menopausa e durante

Negli anni che precedono la menopausa, e durante questa fase di vita di una donna, avviene un costante abbassamento del livello di estrogeni. Questa carenza ormonale comporta degli scompensi con una serie di sintomi ed effetti collaterali.

Tra questi scompensi c’è anche la secchezza vaginale. Questo è anche il principale motivo per cui c’è una minore propensione da parte delle donne ad avere dei rapporti sessuali. Le pareti risultano più fragili e sono potenzialmente a rischio di piccoli traumi. Inoltre c’è una sensazione di bruciore e soprattutto di dolore durante il rapporto stesso. Si ritrova a fare i conti con un vero e proprio indolenzimento vaginale e un accorciamento e restringimento del canale vaginale stesso.

Ma le problematiche non finiscono qui; si verifica anche una perdita di sensibilità vaginale e dover fare i conti con incontinenza urinaria. Il motivo è molto semplice: avviene un certo indebolimento dei muscoli del pavimento pelvico, e questo rende le funzioni fisiologiche meno efficaci e, in particolar modo, vengono favorite le perdite di urina.

La perdita può avvenire principalmente durante un colpo di tosse oppure durante l’attività fisica, quando il corpo viene sollecitato e i muscoli del pavimento pelvico non sono più in grado di garantire la massima funzionalità.

Secchezza vaginale in gravidanza

Statisticamente uno dei disturbi più comuni e frequenti che si manifestano durante il periodo di gravidanza di una donna è proprio la secchezza vaginale. Un problema che peraltro può presentarsi in maniera abbastanza costante anche dopo la gravidanza. Tutto questo è innescato dal solito meccanismo.

La gravidanza è un periodo in cui ci sono dei forti cambiamenti per il corpo femminile, che ovviamente riguardano anche il livello di ormoni e di estrogeni in caso particolare. È una condizione del tutto normale ma che non bisogna trascurare. La capacità di lubrificare il canale vaginale durante la gravidanza può cambiare e bisogna aiutarsi con qualche prodotto, sempre consigliato dal proprio ginecologo o dal farmacista di fiducia.

Secchezza vaginale nelle donne diabetiche

La secchezza vaginale è quindi un disturbo che può colpire le donne in diverse fasi della loro vita, risultando particolarmente comune tra le donne diabetiche. Questa condizione, spesso trascurata, può avere un impatto significativo sulla qualità della vita e sul benessere intimo.

Nelle donne diabetiche, la secchezza vaginale può essere attribuita a diversi fattori. In primo luogo, gli alti livelli di glucosio nel sangue possono portare a una riduzione dell’umidità naturale della vagina, alterando il suo equilibrio fisiologico. Inoltre, il diabete può influenzare la funzione dei piccoli vasi sanguigni e dei nervi nella zona genitale, riducendo la lubrificazione naturale e causando disagio.

È importante riconoscere che la secchezza vaginale nelle donne diabetiche non è solo una questione di comfort, ma può anche aumentare il rischio di infezioni vaginali e urinarie. Questo perché la ridotta lubrificazione può compromettere le naturali difese della vagina contro i patogeni.

La gestione di questa condizione richiede un approccio olistico. La regolazione accurata dei livelli di glucosio nel sangue è fondamentale per minimizzare l’impatto del diabete sulla salute vaginale. Anche l’uso di lubrificanti idrosolubili può offrire un sollievo immediato dai sintomi. È anche consigliabile consultare un medico per valutare eventuali trattamenti specifici e per discutere di altre strategie per migliorare la salute vaginale.

La sensibilizzazione su questo argomento è essenziale, poiché permette alle donne diabetiche di affrontare efficacemente la secchezza vaginale, migliorando la loro qualità di vita e la salute intima.

Come si effettua la diagnosi

Per effettuare una corretta diagnosi della secchezza vaginale è necessario innanzitutto rivolgersi al proprio ginecologo, prenotando una visita specialistica. Il ginecologo deve effettuare un’analisi visiva dei genitali esterni per arrivare a palpare gli organi e quindi ricercare i sintomi che si manifestano.

Viene anche eseguito il Pap Test, in cui il ginecologo raccoglie un campione di cellule del collo dell’utero per poi eseguire un esame al microscopio. In aggiunta durante la visita per valutare la secchezza vaginale, vengono richiesti gli esami delle urine.

Come curare la secchezza vaginale

La secchezza vaginale può avere delle conseguenze importanti sulla qualità di vita, per cui è necessario occuparsene con delle cure mirate. Le caratteristiche dell’approccio terapeutico però variano in funzione della causa, per cui è necessario procedere con una corretta diagnosi e di conseguenza scegliere la terapia più adatta.

Il consiglio è quello di non rassegnarsi a questa condizione e di rivolgersi quanto prima proprio ginecologo, in maniera tale da valutare nel merito della situazione e ottenere la diagnosi necessaria per poter intraprendere un percorso virtuoso. Rispetto al passato oggi ci sono molte più opportunità di lenire i sintomi e curare efficacemente la secchezza vaginale.

Un tempo si produceva con la classica terapia ormonale sostitutiva, mentre oggi ci sono dei medicinali a base di estrogeni che vengono inseriti direttamente nella vagina. Questo è importante perché non c’è più l’effetto collaterale di abbassare i livelli di testosterone, che sono altrettanto importanti per mantenere il desiderio sessuale.

In commercio ci sono anche delle ottime creme per secchezza vaginale e al tempo stesso appositi gel che permettono di migliorare la situazione, e riconquistare la lubrificazione ideale per ritrovare normalità.

Si può pensare anche di inserire periodicamente degli anelli, oppure delle capsule direttamente in vagina che vanno usate almeno due volte alla settimana. In commercio esistono anche dei comodi lubrificanti. Molto spesso vengono anche consigliati appositi integratori.

Quali malattie si possono associare alla secchezza vaginale

La secchezza vaginale molto spesso non si manifesta soltanto con i classici sintomi di cui abbiamo parlato prima, ma anche attraverso malattie associate. In particolare ce ne sono tre che si manifestano con particolare facilità.

La prima è la candida,un fungo che si può presentare nella vagina e può causare delle infezioni.

Un’altra condizione è la sindrome di Sjorgen: una malattia di tipo immunologica che si manifesta soprattutto nelle donne tra i 30 e i 50 anni. È caratterizzata da secchezza orale e oculare, per cui il paziente può manifestare delle congiuntiviti oppure soffrire di ingrossamento delle ghiandole salivari. La secchezza in questi casi si apprezza anche sulla cute e c’è una frequente tosse secca.

L’ultima patologia che può manifestarsi insieme alla secchezza vaginale e la vaginite. È un problema che si manifesta quando il pH della vagina è ben più alto del normale. Questa condizione cambia notevolmente alcuni aspetti della vagina, come il colore ma anche l’odore e la quantità delle secrezioni vaginali. Inoltre ci si ritrova a fare i conti con una minzione dolorosa prurito dolori e leggeri sanguinamenti.