Quando la pelle presenta macchie rosse accompagnate da un fastidioso prurito localizzato potrebbe trattarsi di dermatite atopica. Vediamo cos’è per curarla e prevenirla con le informazioni e i consigli contenuti in questa guida che vi farà scoprire tutto quello che c’è da sapere sulla dermatite atopica per riconoscerne i sintomi e trattarli in modo corretto.
Che cos’è la dermatite atopica
La dermatite atopica è una patologia infiammatoria della pelle che può avere carattere di cronicità, connotata da un diffuso prurito localizzato e, nella forma più acuta, da lesioni cutanee a livello epidermico. Spesso la dermatite atopica è associata ad asma e rinocongiuntivite di natura allergica.
I soggetti più propensi ad ammalarsi di dermatite atopica sono pazienti con carenza di filaggrina, una molecola essenziale per la rigenerazione dello strato corneo dell’epidermide; se la filaggrina muta può perdere le sue funzioni immunitarie, aumentando il rischio di contrarre la dermatite atopica anche in forma grave.
Chi colpisce
La dermatite atopica è una malattia che colpisce soprattutto i bambini, ma anche gli adulti possono contrarla, seppure in forma minore.
Fra i bambini dei Paesi industrializzati è diffusa nella percentuale media del 20% ed è aumentata in misura esponenziale nell’ultimo trentennio.
I primi sintomi si manifestano nella maggioranza dei casi in età infantile (sotto i 5 anni) a volte anche nei neonati prima del compimento di un anno.
Quali sono le cause della dermatite atopica
Sono molteplici le cause esterne che possono scatenare la dermatite atopica. Possono contribuire alla sua insorgenza disfunzioni della barriera cutanee, dinamiche immunologiche e fattori ambientali o genetici.
Fra le cause della dermatite atopica si segnalano anche stress e cattive abitudini, come fare troppi bagni e usare detergenti aggressivi. Anche il sudore e capi di abbigliamento in tessuti ruvidi a contatto diretto con la pelle possono favorire la comparsa della dermatite atopica. Altri fattori scatenanti possono essere allergeni ambientali, quali polline, muffe e peli animali.
Da segnalare anche il rischio di coesistenza con altre patologie, come le infezioni da stafilococco che possono essere complicate dalla “convivenza” con la dermatite atopica.
Come e dove si manifesta la dermatite atopica
La dermatite atopica si riconosce da una sintomatologia inconfondibile. Innanzitutto, si percepisce un prurito diffuso, accompagnato da macchie rosse e, nei casi più gravi, da chiazze, squame e placche responsabili di lesioni della pelle, se irritata.
Nei neonati e bambini in età infantile la dermatite atopica si concentra soprattutto nella regione di viso e cuoio capelluto, mentre negli adulti si focalizza anche nel collo e nelle fosse anticubitali. Il prurito può acuirsi fino a diventare insopportabile in presenza di aria secca o quando si indossano indumenti di lana.
Ci sono periodi in cui si manifesta di più?
La dermatite atopica varia con il cambio di stagione, manifestandosi in misura più rilevante nei mesi invernali. D’inverno la pelle tende a seccarsi e, di conseguenza, diventa più vulnerabile e soggetta a contrarre patologie infiammatorie come la dermatite atopica. Anche soggiornare in ambienti climatizzati può favorirne l’insorgenza soprattutto in presenza di riscaldamento eccessivo. D’estate si consiglia di non esporsi troppo al sole e di preferire ambienti ombrosi e salubri di collina o montagna per proteggere la pelle da lesioni più gravi se già affetta da dermatite atopica.
Quali cibi possono scatenare la dermatite atopica
Può capitare, soprattutto fra i bambini, di soffrire di allergie alimentari a cibi contenenti sostanze che potrebbero scatenare la dermatite atopica. Uno degli allergeni più diffusi in questo senso è il nichel contenuto in alimenti “metallici” la cui assunzione può favorire in soggetti allergici la comparsa della dermatite atopica. I cibi “heavy metal” da evitare per chi soffre di questo tipo di allergia alimentare sono legumi freschi o secchi, pere, liquirizia, cacao e cioccolata. Più softil contenuto di nichel in altri alimenti, quali carote, cavolo, lattuga, riso e marmellate, da consumare con attenzione in caso di allergia.
Come guarire dalla dermatite atopica
Esistono vari stadi di questa malattia, classificabili a seconda della sua gravità. In presenza di dermatite atopica lieve il trattamento consigliato è a base di farmaci antipruriginosi e cortisonici ad uso locale o, in alternativa, di immuno-modulatori ad uso topico.
Se il prurito è insistente si può ricorrere all’assunzione per via orale di antistaminici, che danno sollievo impedendo l’aggravarsi della malattia. Lo stimolo a grattarsi troppo può, infatti, generare eritemi e fenomeni di lichenificazione consistenti nell’ispessimento cutaneo. In questi casi si può ricorrere alla fototerapia o, in presenza di dermatite atopica grave o recidiva, all’uso di immunosoppressori, come la Ciclosporina.
Se controindicata, si può ricorrere al Dupilumab, un anticorpo monoclonale ad azione inibitoria nei confronti dell’infiammazione cutanea.
In ogni caso è sempre consigliabile prevenire la dermatite atopica adottando i giusti comportamenti nell’igiene personale quotidiana, in particolare è da evitare l’uso frequente di detergenti schiumogeni e irritanti per la pelle.
Per la cura e la prevenzione della dermatite è fondamentale l’utilizzo di detergenti oleosi specifici che hanno anche un effetto anti-grattage, da abbinare ad apposite creme. Si consiglia anche di lavarsi preferendo acqua tiepida per evitare di disidratare la pelle e favorire il prurito.
Anche l’utilizzo di probiotici si è rivelato un grande aiuto nella cura e nella prevenzione della dermatite, ma è importante scegliere quelli giusti. Esistono diversi ceppi batterici considerati utili per la dermatite, tra cui Lactobacillus salivarius LS01, il Bifidobacterium breve BR03 e il Lactobacillus rhamnosus. Questi sono in grado di ridurre l’eczema e la permeabilità intestinale, oltre a riequilibrare il sistema immunitario.
La carenza di Omega3 provoca la dermatite
È dimostrato che uno dei primi segnali della carenza di Omega3 lo si nota a livello epidermico con la presenza di pelle secca e sensibile, acne e dermatite. Questo perché i grassi Omega3 sono fondamentali per migliorare l’integrità delle barriere cutanee, prevenire la perdita di umidità e proteggere la pelle dalle sostanze dannose ed irritanti.
Gli Omega3 si possono trovare in moltissimi cibi: semi oleosi (chia, lino, soia, kiwi, mirtillo, zucca, girasole), nella frutta secca (mandorle, pinoli, pistacchi, noci, pecan, nocciole, noci brasiliane, anacardi), nella frutta e ortaggi (anche se in quantità minore), nel pesce (sgombro, tonno, aringa, merluzzo, alice, etc.), nelle alghe (wakame, nori, kambu) e negli estratti di pesce (fegato di merluzzo, uova di salomone, bottarga, olio di salmone, etc.).
Per un giusto apporto di Omega3 è consigliata l’assunzione attraverso appositi integratori.
Dermatite atopica in bambini e adulti, cosa cambia
Che differenza c’è nella comparsa della dermatite atopica in bambini e adulti? In realtà i sintomi sono gli stessi, ma può variare la localizzazione nelle varie parti del corpo colpite dalla dermatite. Fra i 2 e i 6 mesi il neonato presenta eczemi più diffusi sotto forma di piccole bolle in micro-aree sul viso, mentre in età adolescenziale e adulta si ha una comparsa più frequente di chiazze rosse ed eruzioni cutanee nelle pieghe delle articolazioni di braccia e ginocchia.
Pur registrandosi una casistica prevalente dell’infezione nei bambini, quasi la metà di chi l’ha contratta in età neonatale o infantile risolve in modo definitivo la patologia almeno nella percentuale del 40% nella pubertà.
Dermatite e Covid19: che correlazioni ci sono
È stato stabilito che il Covid19 ha lasciato segni anche a livello cutaneo: tra i numerosi sintomi del long covid c’è anche l’insorgenza di dermatite a livello cutaneo. Sono moltissime le persone che in seguito al contagio da Coronavirus hanno poi manifestato secchezza, macchie e prurito in diverse parti del corpo, come petto e collo, che durano anche per molto tempo.